Colori d'autunno

Colori d'autunno
“ Storie che vanno via veloci disperdendosi al vento come fili di fumo. Il fumo è testimone di un fuoco. La legna finisce, il fuoco si spegne. Rimane l’odore del fumo, che è ricordo. Del fuoco resta la cenere, che è memoria. Rovistando tra la cenere si pensa al fuoco che fu. Ricordare fa bene, è un buon allenamento per resistere e tirare avanti.” (Mauro Corona)

sabato 16 aprile 2016

REGINE DEGLI EUGANEI: LE ORCHIDEE




La primavera, è senza dubbio, la stagione ideale per incontrare queste meraviglie della natura. Da aprile a maggio fino al mese di giugno, fioriscono spontanee su aridi prati e sottoboschi come affascinanti dame vestite a festa. Con incedere regale e altezzoso, si distinguono dal resto della vegetazione, ammiccando con le loro forme suggestive e bizzarre, l’appassionato escursionista. Comunemente, però, le specie più belle di orchidee spontanee, si notano sugli aridi e selvaggi vegri.

Ophrys sphegodes - Fior Ragno
Che cosa sono i “vegri”? Sono terreni aridi, sassosi e improduttivi, di origine sedimentaria, formati da un substrato calcareo, soprattutto in scaglie. Un tempo l’uomo provò a coltivarli ma, a causa della ridotta fertilità e della difficoltà di lavorazione, con il trascorrere degli anni, furono abbandonati. Nei Colli Euganei le zone a "vegro" più conosciute sono: il vegro del Sassonegro, del Monte Calbarina, del Monte Mottolone, del Monte Cecilia e del Monte Orbieso. Qui, come dicevo, sono frequenti le fioriture di orchidee spontanee come l’Orchis simia, l’Anacamptis morio, l’Orchis purpurea, l’Ophrys sphegodes, l’Himantoglossum adriaticum, la Cephalanthena longifolia, la Neotinea tridentata e la Ophrys bertolonii subsp. benacensis. Altre specie, purtroppo, vanno scomparendo per la presenza di cinghiali ghiotti della loro prelibata radice. Resta il fatto, che scoprire queste gemme, incastonate come pietre preziose su aridi 
terreni e ombreggiati sottoboschi, è sempre un’emozione unica. Ogni qualvolta se ne incontra una, si rimane a bocca aperta ad osservarne l’eleganza, i colori, il profumo. 






Evoluzione di un'Orchidea maggiore






Particolare del fiore di Orchis purpurea 

Esemplare di Orchidea albina (Orchis simia)

Vesparia  (Ophrys apifera










Una parola adatta a descrivere questo fiore è “perfezione”. Un’assoluta perfezione armonica di forme e colori, che sempre conquista e colpisce.


Esistono anche delle leggende, legate alla bellezza e all'armonia di  questo fiore.

Secondo gli antichi greci la prima orchidea prese vita dalla metamorfosi di Orchis. Orchis era un giovanotto bellissimo e focoso, figlio di una ninfa, dalla quale aveva ereditato la leggiadria, e di un satiro, il quale gli trasmise la libido.
In occasione di festeggiamenti in onore del Dio Bacco, il giovane Orchis aveva tentato di insidiare una sacerdotessa. Si trattava di un atto sacrilego e nonostante Orchis credette di essere immune per nascita dalla punizione contro gli abusi causati da desiderio di onnipotenza, fu condannato e dato in pasto a belve feroci.

Orchis purpurea
Gli Dei dell'olimpo allora decisero di intervenire e fecero in modo che dai pochi resti mortali di Orchis nascesse una piantina esile ma meravigliosa che nella parte sotterranea, lontano dagli sguardi dei curiosi, si sviluppava un apparato che riproduceva quello anatomico maschile, che era stato causa della sua fine.
Ecco che da questa metamorfosi venne coniato il termine "orchis" che significa testicolo. 

Ophrys sphegodes



Vi sono anche altre leggende legate all'orchidea, tra cui quella della scarpetta di Venere. Si racconta che la Dea, invaghitasi di Adone, aveva cominciato a percorrere montagne e selve insieme a lui e un giorno perse uno dei suoi calzari. Dopo una tempesta un giovine ritrovò la scarpetta della Dea ma prima che questi potesse toccarla essa si trasformò in un'esile piantina, un'orchidea, il cui petalo centrale assunse il colore dorato della scarpetta di Venere.

Oltre a tali leggende legate alla bellezza e alla sensualità nel nord Europa l'orchidea, per la struttura e le sembianze del suo apparato radicale, ha alimentato delle leggende più oscure e macabre. La radice di alcune specie ricorda una mano, per cui tale straordinario fiore viene anche chiamato "la mano della morta" o la "mano della vergine morta" perché considerato come le mani di una giovane vergine che dopo aver pianto calde lacrime sulla tomba del fratello è stata trasformata da Dio in questo splendido esemplare floreale. da:”Storie, leggende & misteri” 





Altre curiosità, tra miti e leggende...










mercoledì 16 marzo 2016

Colli Euganei: E' in arrivo la Primavera!





La primavera si avvicina e la natura, pian piano, inizia a risvegliarsi dal lungo torpore invernale. Accarezzata dai tiepidi raggi del sole, abbandona, come d’incanto, le uggiose vesti, per manifestarsi in tutta la sua bellezza e luminosità. Una ventata d’aria nuova, pura, la investe d’inebrianti sensazioni, permettendole di sfoggiare i vividi colori della mezza stagione. Una sfilata di forme e colori che si susseguono, si accavallano, mutando in dimensioni e caratteristiche, mantenendo sempre un fascino intatto e unico. 

Fiore di Mandorlo  (Prunus dulcis) 
Camminando per i sentieri dei Colli Euganei, si possono vivere momenti di vera meraviglia, nell’ammirare le varie specie di piante, fiori ed erbe selvatiche che la natura espone ai nostri occhi. Un periodo, quello primaverile, dove tutto ciò che ci circonda, diventa scoperta, curiosità. L’ebbrezza ci coglie nell’attimo in cui ci accorgiamo della presenza di un fiore mai visto prima, di una pianta dal profumo particolare che ci solletica il naso; di un’erba sulle cui proprietà benefiche e culinarie c’era giunta notizia e ora è lì, che aspetta d’essere raccolta. Primavera è il periodo in cui ci accorgiamo, anche, di quanto sia meraviglioso respirare l’aria che ci circonda. Non solo per le aromatiche essenze rilasciate dalla vegetazione, ma anche per quel senso di piacere e liberazione che ci lascia dentro quando la inaliamo. Un’aria che c’investe, ci avvolge, ci fa sentire più leggeri, avvertendoci che, d’ora in poi, sarà una continua emozione. La primavera, sui Colli Euganei, è questo. E’ la bellezza che si materializza in ogni forma di vita. L’abbandono dei sensi. La dolcezza che inebria l’anima. 

 Pianta di Alliaria comune (Alliaria petiolata), visitata da un esemplare di Anthocharis cardamines (Aurora)

Una natura, quindi, che lascia il segno. Ad ogni fiore, pianta, erba selvatica che incontriamo, lo sguardo è pronto a catturarne ogni minimo particolare catalogandolo, con attenzione, nello schedario della mente. 

Piante dai nomi che ricordano antiche leggende, come l’Erica arborea, il Corniolo, il Biancospino, la Forsizia, la Polmonaria, la Pervinca minore, l’Elleboro verde (pianta tossica), la Calendula, la Malva selvatica. Fiori dalle forme variegate e dai colori unici, che sembrano usciti da una coloratissima tavolozza, come il Tussilago comune, la Viola mammola, il Giacinto, l’Erba trinità, la Scilla comune, il Muscari, il Narciso, il Dente di cane, l’Anemone dei boschi, la Viola del pensiero. Deliziose erbe selvatiche, commestibili per far insalate e gustosissimi primi piatti, oppure da utilizzare nella preparazione di tisane depurative per la salute dell’organismo, come la Stellaria media, il Crescione dei prati, il Radicchio selvatico, la Scarola selvatica, la Gallinella, il Lampascione, la Calepina irregolare, la Falsa ortica maggiore, l’Erba viperina, il Rapunzolo, l’Aglio orsino, la Consolida maggiore e altre ancora, ad arricchire il già nutrito numero di specie. 


F i o r i

 Viola mammola (Viola odorata


Viola del pensiero  (Viola tricolor)

Dente di cane  (Erythronium dens-canis)

 Erba trinità  (Hepatica Nobilis)

 Becco d'airone prostrato  (Erodium acaulis

Narciso nostrale  (Narcissus tazetta)




P i a n t e


Polmonaria  (Pulmonaria officinalis)

Pervinca  (Vinca minor)



 Elleboro verde  (Helleborus viridis)

Giacinto  (Hyacinthus)

Fiorrancio selvatico (Calendula arvensis)






E r b e   S e l v a t i c h e 

  Falsa ortica maggiore  (Lamium orvala


 Spraggine  (Helminthotheca echioides)


 Scarola selvatica (Lactuca serriola)


 Attaccaveste  (Galium aparine)


 Porraccio  (Allium ampeloprasum


 Consolida minore   (Symphytum tuberosum)


 Crescione  (Nasturtium officinalis


 Raperonzoli  (Campanula rapunculus)
 Radice di raperonzolo


Gallinella  (Valerianella locusta)






Vivere i Colli Euganei nel periodo primaverile, è come percorrere itinerari affascinanti, dove la natura, nel pieno del suo splendore, è pronta ad accoglierci per farci conoscere e assaporare momenti d’incredibile suggestione. 

Momenti, che vorremmo non avessero mai fine.






























sabato 5 marzo 2016

Colli Euganei: "I Miei Sentieri" - Cronaca di una presentazione


Giovedì 3 marzo, presso la settecentesca Villa Obizzi di Albignasego, si è svolta, in una delle sale della Biblioteca Civica, la presentazione del mio libro "I Miei Sentieri", un viaggio attraverso la meravigliosa natura dei Colli Euganei. 

L'atmosfera creata per l'evento, da subito, mi trasmise intimità e calore. Quel senso di accogliente serenità che si ha quando ci s’incontra tra amici. La sala, piccola ma accogliente, era composta da una serie di sedie, riservate al pubblico, sistemate in bell'ordine con, in fondo alla stanza, un paio di poltroncine color aragosta, pronte ad accogliere me e la mia compagna di viaggio Giada (preziosa collaboratrice e curatrice del libro). Su una parete laterale, un telo immacolato era a disposizione per la proiezione di un breve “promo” sui Colli Euganei che avrebbe fatto da introduzione alla presentazione del libro. La sala, intanto, iniziava a riempirsi di gente umida e infreddolita, dato che, fuori, il tempo si divertiva a ostentare il suo malumore. Temevo, per questo. Alla fine, comunque, l'affluenza fu soddisfacente. Ultimi ripassi alla scaletta, con il cuore che iniziava a fare “bum-bum”. Davanti a me, il pubblico attendeva che qualcuno desse inizio all’evento. Si comincia. Inizia la presentazione. Il pubblico si ammutolisce.


D'improvviso, la sala si trasforma in un caldo salotto dove, raccontare gli Euganei, diventa piacevole e naturale. L'iniziale emozione ha lasciato il posto a un'eterea tranquillità. Dagli sguardi del pubblico, percepisco l'interesse per luoghi, dove ancora la natura preserva intatta la sua bellezza, donando sempre emozioni uniche. Questo mi carica, accendendo l'entusiasmo di chi, per la prima volta, racconta qualcosa che gli appartiene. A un certo punto, m’interrompo. Lo prevede la scaletta. 
Buio in sala. Il proiettore, già acceso, emana un fascio di luce che diffonde sullo schermo affascinanti immagini di paesaggi immensi e senza fine, angoli di natura selvaggi e incontaminati, forme di vita in continua evoluzione. Il territorio euganeo è uno splendore. Pochi minuti. Quanto basta per farmi venire un nodo alla gola. La sala riaccende le proprie emozioni. Le mie, le tengo a bada dentro il cuore. La presentazione va avanti ed io, continuo a raccontare. Racconto di come mi sono avvicinato alla natura, a quando la scoprii per la prima volta, rimanendone subito folgorato. Sprazzi di vita passati al suo fianco, un fedele cammino che dura tuttora, nel continuo mutarsi di luoghi e stagioni. Racconto com'è nata l'idea di creare un libro, nell'osservare la foto di un esile albero, complice di aver dato sfogo alla mia fantasia e di avermi fatto partire in un viaggio durato più tre anni. 
Nel frattempo, le domande di Giada s’inserivano a meraviglia nel fervido raccontare di momenti trascorsi a respirare la natura. Il pubblico, intanto, dimostrava sempre più interesse e curiosità a entrare nell'avventura d’itinerari sconosciuti, rotolando con la mente in sentieri che potessero condurlo ad assaporare agognate mete. Quelle che ognuno di noi sogna di percorrere, almeno una volta nella propria vita. Continuai la presentazione, raccontando i miei anni passati a disegnare la natura in tutti suoi aspetti, rincorrendo in sella alla mia Torpado, boschi, argini e pianure, per poterla ammirare. E lei, lì, che mi aspettava, sempre, disponibile e bella, come un'amante che offre il suo corpo al piacere. Anni in cui prevalsero profondi cambiamenti che mi fecero allontanare da quel mondo che, nonostante tutto, sentivo ancora mio. Come uscirne, allora? Come trovare nuovi stimoli che scuotessero la mia indolenza a ridestarsi dal torpore di un'esistenza piatta e insignificante?
La risposta, la trovai dentro di me, nelle passioni di gioventù: la fotografia. Lo "scrivere con la luce" cambiò di netto quel mondo che sembrava scivolar via su un binario morto. Trovai, finalmente, nuovi stimoli che mi aiutarono a osservare la natura in maniera completamente diversa, ma non per questo meno coinvolgente. 

Un momento della presentazione

Giada, intanto, continuava a incalzarmi con puntuali osservazioni che vestivano la presentazione di naturale gioiosità. 
Quando arrivai a descrivere l’incontro avuto con due persone che, con i loro racconti, cambiarono in maniera profonda il senso dei miei itinerari, in sala calò un’aura di sacrale intimità. Le storie di Rosa e Romeo, segnarono quegli attimi di vetusti ricordi, dove anche il pubblico s’immedesimò, partecipando, con le proprie emozioni, a quei momenti così carichi di sentimenti dove la spensieratezza si contrapponeva al dolore, alla sofferenza. Due incontri piovuti dal cielo. Improvvisi, come il rimbombo di un tuono. Ma proprio per questo unici. 

Ero talmente immedesimato nel raccontare le loro storie, che non mi accorsi che la presentazione si avviava, ormai, al termine. C’era ancora un ultimo capitolo da spiegare. Giada, infatti, lo introdusse chiedendomi il perché avessi scelto proprio l’albero come elemento naturale da descrivere. “LA VOCE DEGLI ALBERI”, infatti, è un capitolo dove l’albero trova, attraverso le forme, le movenze, i colori, i suoni, un suo modo giusto per essere raccontato.

“Qualcuno vuol fare delle domande all’autore?”, disse Giada, a chiosa della presentazione. Un signore del pubblico alzò timidamente la mano, porgendomi una domanda alla quale, vagamente, risposi. Un po’ alla volta, la gente incominciò ad alzarsi dalle sedie, prendendo con sé le proprie cose. Alcuni, si fermarono a ritirare una copia autografata del libro. Strette di mano, complimenti all’autore... Eravamo proprio agli sgoccioli.
Quel momento, atteso, sognato, preparato, studiato, stava avviandosi alla conclusione. Una conclusione bella, piacevole, che immaginai proprio così. Una conclusione che piacque anche a Giada, mentre nel suo volto compariva un sorriso compiaciuto. Ultimi bagliori di un pomeriggio da ricordare.

 "I Miei Sentieri" - Promo del libro

venerdì 29 gennaio 2016

La bellezza di un tramonto





Respiro ancora la bellezza di quel tramonto, di quei dolci profili così unici e solitari abbracciati dalla purpurea luce dell'orizzonte che, paziente, assiste al loro lento abbandono.
Immensità, purezza, silenzio. Un gran silenzio mi circonda. 
Lo sguardo è attratto dalla piccola sfera gialla e luminescente del sole che m'invita a seguirlo, nel suo lesto camminare,verso gli oscuri e freddi sentieri della Terra.
Non ho più parole. Tace la mia bocca.
Lascio che a parlare siano i miei pensieri ancora ebbri di paradisiaci colori.
E tutto si addormenta. Tutto,ora, trova pace. Nella perenne cantilena della sera.

Massimo Guercini


lunedì 25 gennaio 2016

Massimo Guercini "I Miei Sentieri"







I Miei Sentieri, un libro che ci accompagna in un viaggio meraviglioso attraverso la natura dei Colli Euganei, tra racconti, riflessioni e immagini. Un libro emozionante, unico, intriso di ricordi e incontri dove la bellezza dei sentimenti e la riscoperta del dialogo attraversano inediti sentieri seguendo le tracce della natura, degli uomini, delle emozioni.


martedì 12 gennaio 2016



I MIEI SENTIERI – NOVITA’ 2016!


Dopo l’emozione per l’uscita, avvenuta i primi di dicembre dell’anno scorso, ecco la prima novità di questo 2016! La creazione di uno spazio dedicato alle bellezze naturali e ambientali dei Colli Euganei raccontate, con l’aiuto d’immagini, nelle coinvolgenti pagine de “I Miei Sentieri”. Un libro intriso di ricordi ed incontri dove ogni racconto abbraccia con emozione persone, oggetti, memorie.

Buon cammino!


Presente in librerie, edicole e biblioteche delle località euganee