Colori d'autunno

Colori d'autunno
“ Storie che vanno via veloci disperdendosi al vento come fili di fumo. Il fumo è testimone di un fuoco. La legna finisce, il fuoco si spegne. Rimane l’odore del fumo, che è ricordo. Del fuoco resta la cenere, che è memoria. Rovistando tra la cenere si pensa al fuoco che fu. Ricordare fa bene, è un buon allenamento per resistere e tirare avanti.” (Mauro Corona)

venerdì 4 luglio 2014

LA NATURA NELLA FOTOGRAFIA IMPRESSIONISTA


Alberi di pesco

Catturare uno stato d’animo componendo colore e luce 

Da tempo sentivo l’esigenza di trovare un’alternativa al modo tradizionale che avevo di fare fotografia. Andavo alla ricerca di una tecnica che mi permettesse di esprimere liberamente i miei pensieri, senza l’obbligo di stare attaccato alle comuni regole del buon fotografo; una tecnica in cui potessi dar sfogo alla fantasia, all’immaginazione, usando la macchina fotografica come strumento traduttore dei miei stati d’animo. Lo stato d’animo è uno stato della mente, una risposta emotiva alle cose che si vedono, si sentono o a un’esperienza vissuta. Ed era questa l’atmosfera che volevo catturare e fare mia attraverso le emozioni, le sensazioni di un momento. Incominciai, così, a navigare sui siti web alla ricerca di qualcosa che stimolasse il mio interesse. Un giorno, mi capitò di fermarmi su uno che parlava di “Fotografia Impressionista”. Non ne avevo mai sentito parlare prima ma, lette le prime righe, fui subito attratto dall’argomento. Tempi di esposizione, diaframmi, profondità di campo, tutto diventava una conseguenza di quello che avrei desiderato raccontare. Mi ci rispecchiai perfettamente. Finalmente avevo trovato la strada da percorrere. Lessi in un solo colpo tutto quello che vi era scritto, rimanendo folgorato da alcune immagini scattate dalla fotografa impressionista Eva Polak la quale, descrivendo il suo percorso fotografico, spiegava come era arrivata a scoprire questa tecnica così singolare e umorale che, da un giorno all’altro, l’aveva portata a cambiare il suo modo di vedere (e vivere) tutto ciò che la circondava. Le sue foto sembravano quadri. Riguardavano, soprattutto, la natura rappresentata nei suoi elementi più significativi: alberi, fiori, uccelli, acqua. Immagini che mi portarono alla mente i dipinti di Monet, Renoir, Degas, artisti che interpretarono l’arte dell’impressionismo di metà Ottocento, in maniera sublime facendo apparire i loro quadri come vere e proprie opere emozionali. Questa, infatti, è una tecnica fotografica che non dà spazio al dettaglio, ma all’emozione finale; perché solo guardando con gli occhi del cuore, si ha la reale visione di quello che l’autore voleva esprimere in quel momento. Luce, colore, tonalità, angolo di ripresa, composizione; ogni elemento aggiunge all’immagine pennellate all’atmosfera e alla sensazione che percepiamo quando guardiamo una fotografia.

Albero d'ulivo

Soprattutto il colore che, usato efficacemente, può esprimere la giusta emozione e creare uno stato d’animo. Ma, ritornando all’esperienza della nota fotografa, ecco cosa lessi da una pagina del suo sito:"… quel pomeriggio ho deciso di dimenticare tutti i concetti e le regole della fotografia tradizionale e mi sono concessa il permesso di sperimentare. E’ stata l’esperienza più liberatoria della mia vita. Improvvisamente non ci sono regole da rispettare, nessun errore, nessun fallimento, solo nuove possibilità e nuove scoperte. Con questa libertà di espressione appena conquistata, ho provato piacere nello scattare fotografie più di quanto non l’avessi mai provato prima e arrivata a casa ero entusiasta delle scoperte che avevo fatto. Quella sera davanti al computer, mentre stavo rivedendo le mie foto, ho capito che non solo avevo scoperto nuovi modi di fare fotografie ma anche, per la prima volta, ero stata in grado di esprimermi attraverso la fotografia. Questo è stato. Questo era quello che volevo fare”. Alla fine capii che fotografare, nel mio caso, la natura, non voleva soltanto dire rispettarne l’immagine pura e semplice, ma immaginarla e interpretarla anche con estro e fantasia. Era ricercare, estrapolare, dare un’espressione nuova alle sue forme e ai suoi colori. Seguendo gli appunti che mi ero annotato su un block-notes, provai timidamente a intraprendere questa nuova tecnica. Come in tutte le cose, i primi risultati non furono subito all’altezza delle mie aspettative, anzi furono un disastro. Avevo difficoltà a trovare il giusto rapporto tempi/diaframma/iso e l’immagine che ne scaturiva era o troppo scura o troppo chiara. Non riuscivo ad ottenere il giusto equilibrio tra luce e colore. Il primo pensiero che mi passò per la testa fu quello di dirmi: “Ma chi me lo fa fare”, poi, però, iniziai pian piano a capire il meccanismo e qualcosa di buono venne fuori. Anzi, senza volerlo, uscirono alcune foto molto particolari che neanche m'aspettavo: davano il senso del “surreale”, quasi un’estremizzazione dell’impressionismo stesso. A questo punto mi lasciai andare, cercando di usare la macchina fotografica come mezzo di divertimento e non per ottenere a tutti i costi l'assoluto risultato. Non so ancora se l’esito che ho raggiunto mi possa soddisfare o meno, sono ancora alla ricerca di un mio stile e strada da fare ne ho ancora molta. Comunque ho capito, che l’importante è usare la macchina fotografica secondo quanto l’istinto mi detta in quel momento, sperimentando liberamente forme, colore e luce; perché è proprio al suo interno che sono racchiusi i miei futuri “capolavori”.

Chiome d'albero

Verde mare

Tra cielo e terra

Camminando lungo il viale

Papavero



NATURA  ASTRATTA






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